Quando sono obbligatori i rilevatori di fumo?

Il rilevatore di fumo è un prodotto di estrema utilità, indispensabile o quasi nella prevenzione di un incendio. Con batterie o collegato alla corrente di casa, in modalità wireless o cablato, posizionato all'interno o all'esterno di un edificio, con sensore di temperatura o con il classico rivelatore di fumo, questo accessorio può fare la differenza nel momento del bisogno… e salvarti perfino la vita! Ma cosa dice la legge italiana in merito all'installazione dei rilevatori di fumo? Sono accessori obbligatori per la sicurezza? Se sì, in quali contesti? In questo articolo completo e aggiornato, cercheremo di fare luce sulla normativa inerente ai rilevatori di fumo e su ciò che bisogna sapere per essere in regola sul posto di lavoro, in casa e non solo.

Rilevatori di fumo: cosa dice la legge?

Per parlare dei rivelatori di fumo con cognizione di causa dobbiamo partire innanzitutto dalla normativa. In Italia, tra D. Lgs, DPR, DM e circolari, la materia in fatto di sicurezza appare piuttosto frammentata e complessa. Basandoci sulle ultime disposizioni dei Vigili del Fuoco e delle Autorità competenti, possiamo affermare che il cittadino non ha alcun obbligo di installare un impianto antincendio nella propria abitazione. Ciò non toglie però che un privato possa trarre enorme giovamento dall'installazione di uno o più rilevatori di fumo non solo in relazione alla sicurezza e alla prevenzione antincendio, ma anche sotto il profilo assicurativo, in particolare per quanto riguarda l'acquisto di una casa con mutuo. La banca, in questo scenario, chiederà infatti che venga sottoscritta (questo sì in via obbligatoria) una polizza scoppio e incendio, a tutela dell'immobile, con eventuale opzione di copertura extra multirischio a discrezione del proprietario. Va da sé che in quest'ottica il titolare della polizza, e quindi il proprietario stesso, ha tutto l'interesse nell'attuare le misure di prevenzione necessarie per tenere alla larga gli incendi, optando per l'installazione di un rilevatore come conditio sine qua non.

Tutt'altro paio di maniche se ci spostiamo invece sul fronte lavorativo e andiamo a vedere cosa succede in ambito aziendale e pubblico: qui le leggi prevedono che alcune tipologie di edifici siano dotati di impianti di allarme e sensori antincendio funzionanti e collaudati. La scelta diventa quindi tassativa: per chi non si adegua sono previste sanzioni pecuniarie e penali da parte degli ispettori in caso di controlli. Approfondiamo allora il discorso dell'obbligatorietà dei rilevatori di fumo in contesti quali strutture alberghiere, impianti sportivi, attività commerciali, ecc… con l'obiettivo di chiarire un quadro ancora oggi per certi versi avvolto dall'incertezza e dal dubbio.

Il Rilevatore di Fumo Intelligente è dotato di una funzione di autotest. In caso di falsi allarmi per via di un piatto bruciato, puoi disattivare l'allarme direttamente dal tuo smartphone senza salire su uno sgabello!

I casi in cui il rilevatore di fumo è obbligatorio

Se l'installazione dei rilevatori di fumo in casa è a discrezione del privato, la stessa installazione in luoghi pubblici o in uffici, depositi, magazzini, hotel, teatri, cinema e così via è subordinata a quanto prescritto in alcuni Decreti Ministeriali. Qui riportiamo i principali, con relativa obbligatorietà dei rilevatori di fumo:

  • Nelle attività commerciali di superficie superiore a 400 metri quadri (DM 27/07/2010)
  • Negli uffici di nuova realizzazione con più di 100 persone presenti (DM 22/02/2006)
  • Nelle strutture alberghiere con più di 100 posti letto (DM 9/4/94)
  • Nelle strutture sanitarie e negli ospedali (DM 18/9/02)
  • Negli impianti sportivi al chiuso con numero di spettatori superiore a 1000 (DM 18/3/96)
  • Negli ambienti interni di impianti sportivi all'aperto con numero di spettatori superiore a 5000 (DM 18/3/96)
  • Negli edifici di interesse storico ed artistico quali musei, gallerie, biblioteche, ecc. (DM 20/5/92 n.569 per i musei e DPR 30/6/95 n.418 per le biblioteche)
  • Nelle stazioni delle metropolitane (DM 11/1/88)
    Questa è una lista parziale della totalità di scenari che si possono presentare. Per qualsiasi dubbio è necessario rivolgersi a professionisti abilitati in Sicurezza sul Lavoro e prima ancora al più vicino presidio dei Vigili del Fuoco.

Il rilevatore di fumo: 7 cose da sapere

Quando arriva il momento di passare dalla teoria alla pratica, occorre sapere come comportarsi, e cioè dove installare i rilevatori e come gestirli. Per rispondere ai principali dubbi abbiamo selezionato alcuni punti salienti che è bene ricordare sempre onde evitare grossolani errori tali da compromettere il funzionamento regolare dell'apparecchio in situazioni di pericolo presunto o reale.

  1. La collocazione ideale dei rilevatori di fumo è nei corridoi e negli ambienti critici della casa, ad esempio la camera da letto o il locale caldaia. Occorre calcolare sempre la distanza minima per sentire l'allarme anche di notte quando si dorme, scongiurando il pericolo di essere sorpresi nel buio e non avere il tempo di reagire.
  2. Ogni piano della casa dovrebbe essere coperto da almeno un rilevatore. In questo modo si riuscirà a proteggere l'immobile anche dallo sviluppo di roghi che non necessariamente si innescano al piano terra o in prossimità del tetto.
  3. Un rilevatore di fumo deve essere progettato per l'utilizzo in aree private, in conformità alla certificazione europea CE e agli standard di qualità previsti per questo tipo di prodotto.
  4. Nella scelta delle stanze e degli spazi da sorvegliare, è consigliabile evitare la cucina, luogo in cui si prepara il cibo e dove si potrebbero quindi generare continui falsi allarmi dovuti alle fiamme di cottura.
  5. L'installazione di un rilevatore di fumo non richiede per forza l'intervento di uno specialista. Per le versioni fai-da-te è sufficiente seguire le istruzioni riportate sul libretto, avendo cura di testare il prodotto una volta collegato e attivato. I modelli a batteria sono ancora più pratici perché non necessitano di cablaggi e lavori da elettricista.
  6. L'allarme antincendio deve avere una potenza di livello acustico, percepito da chi occupa l’edificio, compreso tra 65dB(A) e 120 dB(A). In media questo allarme acustico si attesta attorno agli 85 decibel.
  7. Da ultimo, è fortemente consigliato segnalare alla compagnia assicurativa con cui si è stipulata la polizza la messa in funzione dei rilevatori di fumo, anche in ragione di possibili sconti sul premio assicurativo che la compagnia stessa riserva a chi può dimostrare di aumentare il livello di sicurezza adottando soluzioni di prevenzione antincendio di ultima generazione.